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Bottega bolognese

 Cassone

1560 – 1580 circa

Legno di noce con intarsi in pastiglia policroma e legno d'acero, cm. 62.5x177x58


Cassone intarsiato con le armi delle nobili famiglie bolognesi dei Seccadenari, dei Leoni e dei Dolfi

I tre stemmi ad intarsio, posti in corrispondenza del fronte entro elaborati decori fitomorfi, documentano la provenienza bolognese del cassone.
Gli stemmi, o meglio le armi, rappresentano le famiglie Dolfi, Leoni e Seccadenari, tutte appartenenti alla nobiltà di Bologna da lunga data.

Seccadenari erano già sulla scena politica bolognese sul finire del Duecento. Alcuni dei suoi membri praticarono l’arte del cambio. Marco Antonio di Giovanni (nato nel 1555) fu l’unico della famiglia a sedere nel Senato, o Reggimento, bolognese e, per questo motivo, i Seccadenari entrarono nel ristretto numero di famiglie (in tutto 99) del patriziato bolognese. Marco Antonio non ebbe discendenza e la stirpe fu continuata dal cugino Giacomo. Si estinsero con la contessa Maria Teresa (nata nel 1718), moglie del conte Girolamo Barbieri di Parma.

Leoni (da non confondere con i Leoni alias Nordoli, altra famiglia nobile di Bologna) sono documentati a Bologna dal 1220 con Pietro, da cui discese un Andrea, vivente nel 1464, autore di quattro rami che si estinsero tutti entro la metà del Seicento.

I Dolfi, già conosciuti col cognome di Cartolari, sono documentati a Bologna a partire dal Duecento. Annoverarono tra le loro fila numerosi dottori di leggi e ricoprirono numerose cariche pubbliche. Appartenne a questa famiglia (aggregata alla Compagnia dei Lombardi già nel Trecento) Pompeo Scipione, autore della famosa Cronologia delle famiglie nobili bolognesi. Si estinsero con Maria Diamante (1731-1815), moglie del marchese Benedetto Ratta Garganelli, che ne ereditò i beni.


Bibliografia
F. Canetoli, Blasone bolognese: stemmi delle famiglie nobili e cittadine di Bologna, raccolti da Floriano Canetoli. Arme Gentilizie delle Famiglie Nobili Bolognesi Paesane, Bologna 1792, tavv. 23, 35, 58